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LE PAROLE SONO IMPORTANTI
febbraio 6, 2012 in Italiani, Letteratura, Scuola, Societa' | Tags: anglicismi, barbarismi, beauty farm, bruschetta, chewing gum, club, deli, fan, fonetica, hotel, italiano, leadership, lessico, lingua, linguaggio marketing, linguistica, make up, parole, prestiti, pronuncia, purismo, semplificazioni | 3 commenti
…ovvero LE VENDETTE DEI PRESTITI NELLA BABELE DI OGGI
La gang oramai rischia di diventare una holding per come la connection si è evoluta negli anni, ora si riuniscono in convention. Chi è cresciuto per la strada, si ritrova paradossalmente a lavorare nelle corporation, oramai tutti sintonizzati su una deregulation, anche se l’escalation della crisi colpisce anche la leadership. E per giunta alla reception quando arrivi nei loro Hotel avranno sicuramente una starlet come hostess anche se con una clip in testa. L’importante è che non ci sia nessuna vamp, sennò sai le gag!
No, lo so, vi sembra ridic (ridicolous) ma oramai sembra tutto una liason tra prestiti e crediti tra varie lingue. Non è solo l’italiano che ha bisogno di un make-up in una beauty-farm. Ce ne sono tante, come monitorare, scannerizzare, switchare. Il marketing è il nuovo colonizzatore. Ma anche l’inglese ha prestiti dall’italiano (soprattutto dal linguaggio musicale e culinario) o dal francese (culinario). O direttamente dal latino.
Il rischio dei prestiti è la storpiatura: in un futuro Curry si scriverà “cherry” per l’impossibilità italiana di avere le vocali a doppio suono e di pronunciarla correttamente “cürry” con la æ-ů? Di sicuro per come gli americani pronunciano “ghnocchi” (gnocchi) o “bruscieda” (bruschetta), a me sembra la loro vendetta tardiva anche nei confronti di come gli italiani oramai usano “bistecca” presa in prestito dal “beef-steack”(parola oramai italianizzata, il cui destino riserva anche a “curry”?). E arancia anche per quest’ultimo motivo (presa in prestito dall’arabo e regalata agli anglosassoni) è diventata orange. Ogni buono tentativo di far capire alla gente come si pronuncia una cosa, è inutile. Come in questo link famoso, o nel video umoristico qui sotto di un famoso film satirico sulle manie linguistiche di Nanni Moretti.
Discorso diverso dal suono e la fonetica, ce l’ha la lessicologia. Negli Stati Uniti, patria delle semplificazioni ci si diverte però ad ascoltare abbreviazioni che permettono di starsene comodi sul divano a bere una birra senza dover per forza fare qualche sforzo per pronunciare desinenze. Gas sta per Gasolina, chimp per chimpanzee, deli, e non delicatessen. È dura saltare un giorno senza abbreviazioni. Puoi scegliere un fan club (per fanatico), suonare il (violin)cello o il piano (forte). Non importa quanto buono sia il tuo intel o quanto elastico la tua recon, non sei sicuro se le tue info siano legit, le quali potrebbero influenzare il tuo cred e la tua rep (reputation). Rischi di rimanerci secco se non stai attento, potresti prendere un flu (per influenza).
I parlanti inglese tagliano parole nella loro radice sillabica sin dal 1500: gent, per gentlemen, coz (per cousin). Ad invece di advertisement, cell al posto di cellular phone. Sup è una nuova brillante versione di Super, gorge e brill è più enfatica di gorgeous e brilliant. Qualche volta dece è meglio che decent, “it’s Ok” non è tanto Ok ma “così così”. Il lab perdere l’oratory; rep, salta –etition, alli si mangia –gator, (coccodrillo); eart perde il –quake (il terremoto fa rompere anche le parole). È una questione di pron (pronunciations) and etys (etymologies). E se snob è sine nobilitate, mob è mobile vulgus.
Voi avete altri esempi?
Al prossimo siparietto!
IL KITSCH DEL TREND NEGATIVO … E DELLE FRASI FATTE COME “ALLE PRIME ARMI” A VOLTE FA VENIRE “FITTE AL CUORE” COME A LUI
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